Perché Or ‘Ammim?

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La nostra comunità ebraica progressiva di Bologna prende il nome di “Or ’Ammim”, in memoria di Ovadyah Sforno che ha vissuto tra Cesena, Ferrara e Bologna.

Sforno nacque a Cesena intorno alla metà degli anni settanta del XV secolo da Jacob di Rubino e appartenne a una nota famiglia di banchieri ebrei di origine catalana, insediata a Bologna dal XV secolo.

Dopo aver trascorso l’infanzia a Cesena, dove il padre gestiva il banco locale, si trasferì a Roma per approfondire lo studio della medicina. Nel 1501 fu a Ferrara, dove conseguì la laurea in medicina.
Dopo un breve soggiorno a Ferrara, Sforno tornò a Roma, dove si trattenne fino al sacco del 1527, durante il quale furono uccisi alcuni figli.

Dopo il 1527, Sforno si trasferì a Bologna, dove esercitò molteplici attività, tra cui la professione medica. Ebbe inoltre, con ogni probabilità, un ruolo di primo piano nella ripresa dell’attività di una stamperia ebraica, denominata dei ‘Soci dell’arte della seta’ (un’attività fondamentale dell’economia felsinea dell’epoca).

Tale stamperia ottenne i necessari permessi per operare da Paolo III e cessò le pubblicazioni dopo un triennio (1537-40) di breve ma intensa attività. Rimasto vedovo, si risposò verso il 1532 con Giulia del fu Isacco da Pisa. Si spense a Bologna nel 1550.

Nel 1537 apparve a Bologna, per i tipi della tipografia “Dei Soci dell’arte della seta”, la sua opera filosofica intitolata Or ’ammim (Luce dei popoli): opera che indaga su  tutti i punti più controversi nel rapporto tra filosofia scolastica e rivelazione biblica. L’opera fu probabilmente progettata in latino e solo successivamente tradotta in ebraico in vista della pubblicazione. Nel 1548 sempre a Bologna, Or ’ammim fu pubblicata in una versione latina riveduta, con il titolo Lumen gentium, per i tipi di Anselmo Giaccarelli.

Da S. Campanini, ˊOvadyah Sforno’, in Dizionario Biografico degli italiani, Roma 2018, vol. 92