Tisha B’Av (30 luglio 2020)

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Di Rav Ariel Friedlander 

Questo giorno segna la distruzione del Primo e del Secondo Tempio di Gerusalemme.
I Saggi insegnano che il Primo Tempio fu distrutto a causa dell’idolatria, della lussuria e dell’omicidio; mentre il Secondo Tempio cadde dall’interno a causa di odi infondati, conflitti inutili, gelosie banali e meschinità.
In questo giorno, leggiamo il libro delle Lamentazioni (vedere allegato). Prima di leggerlo possiamo dire le seguenti benedizioni:

Lodiamo Te, o Dio, Sovrano dell’Esistenza, che ci hai fatto prigionieri della speranza.
Ba-ruch ata, Adonai E-lo-hei-nu, me-lech ha-o-lam, a-sher a-sa-nu a-si-rei tik-va.

Lodiamo Te, o Dio, Sovrano dell’Esistenza, che hai santificato la nostra vita con i comandamenti e ci hai ordinato di leggere questa Meghilla.
Ba-ruch ata, Adonai E-lo-hei-nu, me-lech ha-o-lam, a-sher ki-de-sha-nu be-mits-vo-tav ve-tsi-va-nu al mik-ra me-ghi-la.

Ricordando le distruzioni del passato, ricordiamo anche l’insegnamento dei nostri antenati che la nostra lettura scritturale non deve finire su una nota negativa. Quindi, dopo aver letto il Libro delle Lamentazioni, concludiamo con la seguente meditazione, un noto midrash che può ispirare in noi come possono e dovrebbero essere le relazioni fra fratelli e sorelle in senso universale:

“Due fratelli abitano su entrambi i lati di una collina. Ognuno coltiva campi vicini al fondo di versanti opposti. Nella notte illuminata dalla luna al completamento del raccolto, ognuno è andato a casa a riposare, a dormire. Ognuno ha lavorato duramente. Il frutto del lavoro è ricco, ma nessuno dei due fratelli riesce a dormire. Ognuno giace sveglio e preoccupato per l’altro fratello.
Uno pensa: il mio fratello non è sposato, tutto solo. Mio fratello non ha una famiglia che lo aiuti nel lavoro. Come ha potuto mio fratello mietere abbastanza da poter essere sostenuto per tutto l’anno?
Anche l’altro fratello è ansiosamente sveglio e preoccupato per la grande famiglia di cui si occupa il fratello. Ne avranno abbastanza per essere sostenuti durante tutto l’anno per la fame, per il bisogno?
Nel bel mezzo di una notte di luna piena, ognuno di essi si alza, ognuno attacca un bue ad un grande carro, ognuno carica il proprio carro fino a farlo straripare di ogni sorta di beni del raccolto, ognuno sale sul fianco della collina con l’obiettivo di immagazzinare segretamente questo foraggio nel fienile del fratello dall’altra parte.
Ma in cima alla collina si incontrano. Subito capiscono. Comprendendo, si abbracciano senza parole, piangendo nella gioia dell’amore.”

Proprio in quel posto Dio vuole costruire il Sacro Santuario, il Tempio. Lì sorge. Lì il popolo è devoto.

Questa Meghilla di Eicha, di Lamentazioni, segue l’insegnamento di finire su una nota positiva e ci ricorda che l’affermazione al di là della disperazione è una componente essenziale della nostra fede. Mentre guardiamo avanti verso il periodo di auto-riflessione durante Elul, e mentre ci prepariamo per i Giorni dello Stupore, ci teniamo stretti ai versi finali di questo libro:

Fa sì che a Te facciamo ritorno, Adonai,
e noi ritorneremo;
Rinnova i nostri giorni come dal passato.
Ha-shi-vei-nu Adonai ei-le-cha
ve-na-shu-va;Cha-deish ya-mei-nu k’ke-dem